Glera, il nome di un grappolo d’uva racconta un passato lontano e un modo della viticoltura che punta lo sguardo verso il futuro. Lunga storia e costante innovazione si fondono in un prodotto della terra dalle qualità uniche, descriverlo aiuta ad apprezzarne le tipicità a partire dalla terra fino al calice.
Radici lontane per una storia che racconta
È facile cadere nell’errore di cercarne il nome nella storia antica. Glera, il vitigno prima denominato Prosecco, nella realtà ha preso il suo nome solo a partire dal 2009 contestualmente alla creazione della denominazione di origine controllata (D.O.C.) del Prosecco. Il sistema collinare di Valdobbiadene e Conegliano è la culla storica dei vitigni del Prosecco, qui l’uva Glera sarebbe già stata coltivata in epoca romana.
Tradotta in numeri, l’uva del Prosecco impegna una superficie all’incirca pari a 30.000 campi da calcio nel Nord-Ovest del Belpaese. La sua bacca bianca e la caratteristica buccia colorano le colline di un verde-giallo che ha le sfumature di una storia assai lontana ma ancora attuale.
Scena e retroscena del Prosecco Superiore DOCG
I vitigni del Prosecco sono i protagonisti di una storia che continua, qui l’innovazione passa attraverso una ricerca che sfida le frontiere della coltura e della vinificazione. L’uva Glera è al centro di uno studio volto a sconfiggere i suoi nemici principali: la peronospora e l'oidio. Selezionando le piante figlie resistenti alle infezioni fungine, l’attuale ricerca punta alla produzione del tutto priva di fitotrattamenti. La ricerca della genetica attinge ai meccanismi della natura per ridurre l’impatto ambientale di una delle colture vinicole più apprezzate al mondo.
Il Prosecco è già il figlio di una produzione a basso impatto, il metodo Charmat è infatti una spumantizzazione che sfrutta l’autoclave per garantire una fermentazione naturale, qui il vitigno Glera ha un ruolo fondamentale.
Caratteristiche a confronto: cosa distingue il Prosecco?
È la velocità delle bollicine a permetterne la distinzione rispetto a un Franciacorta, quella del Prosecco è infatti più rapida nella risalita. I territori del Franciacorta DOCG sono quelli dei vitigni Chardonnay, Pinot nero e bianco. Lo spumante è un rifermentato in bottiglia, segue quindi un metodo classico di vinificazione con tipici sentori al naso burrosi e di crosta di pane.