Spumantizzare, cosa significa per davvero?
Il termine suggerisce una trasformazione: tutto parte dal vino, fermo, che si trasforma in uno spumante. La fermentazione è il processo che trasforma una miscela di zuccheri e lieviti in anidride carbonica, aumenta quindi la pressione in bottiglia fino a farle raggiungere il valore di almeno 3 bar. La prima parte sta nella scelta dei vitigni, questa decide il carattere del futuro spumante. Dal blend dei vini ha vita la cuvée che si avvia verso il processo di spumantizzazione.I metodi di spumantizzazione, ecco cosa cambia
Due sono i metodi di spumantizzazione più attuali, il metodo classico e lo Charmat. In realtà i due sono la derivazione di un metodo ancestrale, ottenuto attraverso una prima fermentazione in botte e una rifermentazione in bottiglia. Il terzo è un metodo che si era un po’ perso ma che, attualmente, viene riscoperto.La spumantizzazione classica è quella dello Champagne, ideata da Dom Perignon poco prima del Settecento. Il vino riempie bottiglie spesse e scure, così da filtrare la luce e resistere alle pressioni. L’aggiunta del “liqueur de tirage”, mistura di lieviti e zuccheri, introduce la presa di spuma nella quale la bottiglia riposa in posizione orizzontale almeno per 3 mesi. La successiva verticalizzazione lascia sedimentare i lieviti esausti, si congela quindi il collo della bottiglia per consentirne l’espulsione. Prima della tappatura, si rabbocca la bottiglia con il “liqueur d’expedition”.
Il secondo metodo fu ideato da Martinotti a fine Ottocento, prese però il nome di Charmat che lo migliorò per brevettarlo. Il vino fermenta all’interno dei contenitori di acciaio inox e i passaggi avvengono sotto pressione costante, si dicono quindi isobari. Il riposo in autoclave può andare dai 30 agli 80 giorni, il prodotto viene quindi filtrato e imbottigliato prima di lasciarlo riposare per alcuni mesi. Lo Charmat ha effettivamente rivoluzionato il mondo della spumantizzazione.
Brut o extra dry, dipende tutto dalla dolcezza
È il residuo zuccherino degli spumanti a descriverne meglio la dolcezza. L’aggiunta degli zuccheri decide l’impronta dolce del prodotto nella spumantizzazione, ne deriva la scala zuccherina:- extra brut: meno di 6 g/l;
- brut: meno di 12 g/l;
- extra dry: 12-17 g/l;
- dry: 18-32 g/l.