Differenza tra Dry ed Extra Dry, opinioni comuni
La traduzione letterale del termine trae in inganno e induce facilmente in errore: “Extra Dry” significa in inglese infatti “extra secco” ma non è il più secco, anzi. Il termine è il falso amico dei neofiti negli abbinamenti, ne risultano errori grossolani nella scelta.A prescindere dalle comuni convinzioni, i sommelier si affidano alla regola della “concordanza negli abbinamenti”. Questa fa sì che l’Extra Dry e il Dry siano apprezzabili in accostamenti che ne rispettino le caratteristiche, il carattere di un vino viene esaltato dalla scelta del giusto accompagnamento. L’errore spegne o altera del tutto il carattere del Prosecco.
Extra Dry e significato, la definizione che conta
La concentrazione di zuccheri residui è l’elemento al quale riferirsi: un Prosecco Dry ha quindi un livello di zuccheri superiore a 17 e inferiore ai 32 grammi per litro. Un po’ meno dolce è invece l’Extra Dry, il cui tenore di zuccheri si riduce alla finestra compresa tra 12 e 17 grammi per litro.La differenza tra il Dry e l’Extra Dry inizia a prendere forma, il primo restituirà una sensazione di maggiore dolcezza al palato rispetto al secondo. Ne deriva che un Prosecco Extra Dry può dimostrarsi affine agli abbinamenti di terra, con le carni bianche ma anche con i formaggi freschi e gli insaccati. L’aromatica amabilità di un Prosecco Dry può invece accompagnare meglio dessert e pasticceria secca.
Non solo Extra Dry, scegliere è una scala
Che si punti su un Valdobbiadene DOCG o altro, bisogna sempre tenere conto della scala di classificazione dei vini e della loro spumantizzazione. Il metodo è il tradizionale Charmat (detto anche Martinotti) che, in seguito alla prima fermentazione o presa di spuma, prevede l’aggiunta di zuccheri. In base al seguente residuo zuccherino, si avrà:- Brut Nature: nessuna aggiunta di zuccheri;
- Extrabrut: 3-6 g/L;
- Brut: 6-12 g/L;
- Extra dry: 12-17 g/L;
- Dry: 17-32 g/L;
- Demi-Sec: 33-50 g/L;
- Doux: oltre i 50 g/L.